Il videoclip è una forma breve della comunicazione audiovisiva il cui linguaggio nasce e si sviluppa in relazione all’esigenza di promuovere un bene di consumo effimero e immateriale, la musica. Sebbene a una prima impressione il videoclip possa apparire come il prodotto di una sovrapposizione caotica di suoni e immagini, una forma espressiva minore, “leggera”, uno sguardo approfondito può rilevare le tracce di una sperimentazione originale che coinvolge tanto la dimensione narrativa quanto quella propriamente discorsiva, ovvero le immagini, i suoni, i ritmi: in altri termini le modalità audiovisive che regolano la messa in scena di un plot. Questo intenso lavoro di riconfigurazione spesso si traduce a livello audiovisivo in una strategia di montaggio che privilegia il frammento alla compiuta unità narrativa, le forme della ripetizione alla successione regolare delle sequenze, l’esibizione delle qualità “imperfette” della sostanza sonora e visiva (immagini sfocate e sgranate, sonorità “sporche”) alla perfezione compositiva dell’immagine cinematografica, la desicronizzazione alla coincidenza di suoni e immagini. Il volume esplora con un impianto teorico e metodologico sociosemiotico le ragioni del successo crescente di questi fenomeni audiovisivi, soffermandosi in particolare sul legame tra sperimentazione espressiva, routine di produzione/distribuzione e stili di consumo. La prima parte della ricerca è dedicata a una riflessione sulla nascita e l’evoluzione dei videoclip. In un paragrafo viene ricostruito il dibattito sul valore che i diversi orientamenti critici hanno attribuito a queste forme testuali, in seguito anche ai tentativi di classificazione proposti nell’ambito di diversi approcci disciplinari (semiotica, cultural studies, sociologia dei consumi, musicologia, critica cinematografica). Il capitolo si conclude con la proposta di ripensare il videoclip come fenomeno esemplare delle culture giovanili, fonte di stili e tendenze che contribuiscono a rinnovare, talvolta in modo radicale, le diverse forme dell’espressività contemporanea. Nella seconda parte viene affrontato in una prospettiva sociosemiotica il tema dell’autonomia linguistica di queste forme brevi. In particolare vengono illustrate alcune nozioni fondamentali come la prassi discorsiva, la presenza di regimi della significazione che si fondano su un far senso del corpo, le forme di adesione passionale che legano il testo al suo spettatore. Viene dunque avanzata l’ipotesi di analizzare le strategie testuali dei videoclip privilegiando le figure che ne rendono seducente il livello discorsivo, come le forme del ritmo audiovisivo, le strategie di montaggio, gli interventi di manipolazione sui regimi di visibilità, elementi che rinviano all’esigenza promozionale di costruire testi sufficientemente anticonformisti da resistere al logorio imposto dai passaggi televisivi. Nella terza parte del volume viene proposto uno studio approfondito dei dispositivi che assicurano l’efficacia di queste forme brevi. In particolare vengono utilizzati gli strumenti di metodo elaborati dalla semiotica del cinema e degli audiovisivi per analizzare nel dettaglio le figure del ritmo e le forme di manipolazione dell’immagine che trasformano il corpo del performer in veicolo di seduzione. Nel capitolo dedicato al ritmo videomusicale vengono analizzate le differenti strategie di costruzione dei punti di sincronizzazione audiovisiva, momenti in cui i suoni e le immagini entrano in risonanza assicurando al testo la capacità di far presa sullo spettatore. Nel capitolo che esplora il rapporto tra sperimentazione enunciativa e costruzione dell’identità della star vengono indagate in dettaglio le complesse operazioni di risemantizzazione cui viene sottoposto il performer, corpo-immagine per definizione plasmabile, spazio di frontiera in cui il talento visionario dei registi e le esigenze commerciali di televisioni musicali ed etichette discografiche si influenzano reciprocamente. L’ultima parte del volume è dedicata infine all’analisi di alcuni testi che riassumono in modo esemplare i tratti peculiari di queste forme brevi.
Il videoclip. Strategie e figure di una forma breve / Peverini, Paolo. - (2004), pp. 1-188.
Il videoclip. Strategie e figure di una forma breve
PEVERINI, PAOLO
2004
Abstract
Il videoclip è una forma breve della comunicazione audiovisiva il cui linguaggio nasce e si sviluppa in relazione all’esigenza di promuovere un bene di consumo effimero e immateriale, la musica. Sebbene a una prima impressione il videoclip possa apparire come il prodotto di una sovrapposizione caotica di suoni e immagini, una forma espressiva minore, “leggera”, uno sguardo approfondito può rilevare le tracce di una sperimentazione originale che coinvolge tanto la dimensione narrativa quanto quella propriamente discorsiva, ovvero le immagini, i suoni, i ritmi: in altri termini le modalità audiovisive che regolano la messa in scena di un plot. Questo intenso lavoro di riconfigurazione spesso si traduce a livello audiovisivo in una strategia di montaggio che privilegia il frammento alla compiuta unità narrativa, le forme della ripetizione alla successione regolare delle sequenze, l’esibizione delle qualità “imperfette” della sostanza sonora e visiva (immagini sfocate e sgranate, sonorità “sporche”) alla perfezione compositiva dell’immagine cinematografica, la desicronizzazione alla coincidenza di suoni e immagini. Il volume esplora con un impianto teorico e metodologico sociosemiotico le ragioni del successo crescente di questi fenomeni audiovisivi, soffermandosi in particolare sul legame tra sperimentazione espressiva, routine di produzione/distribuzione e stili di consumo. La prima parte della ricerca è dedicata a una riflessione sulla nascita e l’evoluzione dei videoclip. In un paragrafo viene ricostruito il dibattito sul valore che i diversi orientamenti critici hanno attribuito a queste forme testuali, in seguito anche ai tentativi di classificazione proposti nell’ambito di diversi approcci disciplinari (semiotica, cultural studies, sociologia dei consumi, musicologia, critica cinematografica). Il capitolo si conclude con la proposta di ripensare il videoclip come fenomeno esemplare delle culture giovanili, fonte di stili e tendenze che contribuiscono a rinnovare, talvolta in modo radicale, le diverse forme dell’espressività contemporanea. Nella seconda parte viene affrontato in una prospettiva sociosemiotica il tema dell’autonomia linguistica di queste forme brevi. In particolare vengono illustrate alcune nozioni fondamentali come la prassi discorsiva, la presenza di regimi della significazione che si fondano su un far senso del corpo, le forme di adesione passionale che legano il testo al suo spettatore. Viene dunque avanzata l’ipotesi di analizzare le strategie testuali dei videoclip privilegiando le figure che ne rendono seducente il livello discorsivo, come le forme del ritmo audiovisivo, le strategie di montaggio, gli interventi di manipolazione sui regimi di visibilità, elementi che rinviano all’esigenza promozionale di costruire testi sufficientemente anticonformisti da resistere al logorio imposto dai passaggi televisivi. Nella terza parte del volume viene proposto uno studio approfondito dei dispositivi che assicurano l’efficacia di queste forme brevi. In particolare vengono utilizzati gli strumenti di metodo elaborati dalla semiotica del cinema e degli audiovisivi per analizzare nel dettaglio le figure del ritmo e le forme di manipolazione dell’immagine che trasformano il corpo del performer in veicolo di seduzione. Nel capitolo dedicato al ritmo videomusicale vengono analizzate le differenti strategie di costruzione dei punti di sincronizzazione audiovisiva, momenti in cui i suoni e le immagini entrano in risonanza assicurando al testo la capacità di far presa sullo spettatore. Nel capitolo che esplora il rapporto tra sperimentazione enunciativa e costruzione dell’identità della star vengono indagate in dettaglio le complesse operazioni di risemantizzazione cui viene sottoposto il performer, corpo-immagine per definizione plasmabile, spazio di frontiera in cui il talento visionario dei registi e le esigenze commerciali di televisioni musicali ed etichette discografiche si influenzano reciprocamente. L’ultima parte del volume è dedicata infine all’analisi di alcuni testi che riassumono in modo esemplare i tratti peculiari di queste forme brevi.File | Dimensione | Formato | |
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