La progressiva internazionalizzazione dei mercati, l’intensificarsi della competizione a livello mondiale e un’economia sempre più basata sulla conoscenza (knowledge economy) costringono le PMI ad innovare continuamente per poter difendere le proprie posizioni di mercato. In questo contesto diventa importante capire come giochino le variabili psicologiche, che qualificano l’intenzione degli imprenditori di adottare le innovazioni. La presente ricerca si propone di comprendere, da un lato, il ruolo della personalità e della tendenza, specifica e generale, che taluni imprenditori, più di altri, dimostrano di avere nel diffondere e adottare le innovazioni nelle proprie aziende; e, dall’altro, di misurare quantitativamente – con l’ausilio di modelli mutuati dalla psicologia sociale – la diversa incidenza che questi tratti psicologici dimostrano sull’intenzione di utilizzare l’innovazione nelle PMI. Pertanto, essa analizza la Tendenza all’innovazione, nei suoi due aspetti relativi alla tendenza generale – lo stile creativo che caratterizza il modo di pensare di ciascuno – e specifica – la precocità con cui un individuo adotta un’innovazione introdotta in uno specifico dominio d’interesse – rispettivamente, secondo gli approcci di Kirton (1976; 2003) e Goldsmith e Hofacker (1991). In aggiunta, essa considera la Teoria del comportamento pianificato (Ajzen 1991), impiegata come schema teorico di confronto per testare il potere predittivo della Tendenza all’innovazione sull’intenzione d’innovare e il Modello dei cinque fattori (cfr. Digman 1990; Goldberg 1993), utilizzato per misurare la personalità degli imprenditori, diversamente correlata, nelle sue dimensioni prevalenti, a detta tendenza. L’analisi empirica di un campione di imprenditori supporta innanzitutto l’ipotesi dell’esistenza di una struttura estremamente complessa e sfumata alla base della Tendenza all’innovazione, tanto generale quanto specifica. Essa mostra, inoltre, il suo potere predittivo, in entrambe le forme, sull’intenzione d’innovare degli imprenditori, rispetto al Modello di Ajzen (1991), risultato, invece, poco adatto per studiare il comportamento innovativo all’interno delle PMI. Infine, è emerso come l’innovatività degli imprenditori sia strettamente legata alla loro personalità, descritta tramite il MCF e i due meta tratti individuati da Digman (1997).
Effetti della tendenza all’innovazione e della personalità degli imprenditori delle PMI sull’intenzione d’innovare: uno studio sperimentale / Marcati, Alberto; G., Guido; A., Peluso. - In: RIVISTA ECONOMICA DEL MEZZOGIORNO. - ISSN 1120-9534. - 1-2(2006), pp. 219-262.
Effetti della tendenza all’innovazione e della personalità degli imprenditori delle PMI sull’intenzione d’innovare: uno studio sperimentale
MARCATI, ALBERTO;
2006
Abstract
La progressiva internazionalizzazione dei mercati, l’intensificarsi della competizione a livello mondiale e un’economia sempre più basata sulla conoscenza (knowledge economy) costringono le PMI ad innovare continuamente per poter difendere le proprie posizioni di mercato. In questo contesto diventa importante capire come giochino le variabili psicologiche, che qualificano l’intenzione degli imprenditori di adottare le innovazioni. La presente ricerca si propone di comprendere, da un lato, il ruolo della personalità e della tendenza, specifica e generale, che taluni imprenditori, più di altri, dimostrano di avere nel diffondere e adottare le innovazioni nelle proprie aziende; e, dall’altro, di misurare quantitativamente – con l’ausilio di modelli mutuati dalla psicologia sociale – la diversa incidenza che questi tratti psicologici dimostrano sull’intenzione di utilizzare l’innovazione nelle PMI. Pertanto, essa analizza la Tendenza all’innovazione, nei suoi due aspetti relativi alla tendenza generale – lo stile creativo che caratterizza il modo di pensare di ciascuno – e specifica – la precocità con cui un individuo adotta un’innovazione introdotta in uno specifico dominio d’interesse – rispettivamente, secondo gli approcci di Kirton (1976; 2003) e Goldsmith e Hofacker (1991). In aggiunta, essa considera la Teoria del comportamento pianificato (Ajzen 1991), impiegata come schema teorico di confronto per testare il potere predittivo della Tendenza all’innovazione sull’intenzione d’innovare e il Modello dei cinque fattori (cfr. Digman 1990; Goldberg 1993), utilizzato per misurare la personalità degli imprenditori, diversamente correlata, nelle sue dimensioni prevalenti, a detta tendenza. L’analisi empirica di un campione di imprenditori supporta innanzitutto l’ipotesi dell’esistenza di una struttura estremamente complessa e sfumata alla base della Tendenza all’innovazione, tanto generale quanto specifica. Essa mostra, inoltre, il suo potere predittivo, in entrambe le forme, sull’intenzione d’innovare degli imprenditori, rispetto al Modello di Ajzen (1991), risultato, invece, poco adatto per studiare il comportamento innovativo all’interno delle PMI. Infine, è emerso come l’innovatività degli imprenditori sia strettamente legata alla loro personalità, descritta tramite il MCF e i due meta tratti individuati da Digman (1997).File | Dimensione | Formato | |
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