La tesi ha ad oggetto il tema della rilevanza dell’epidemiologia ai fini dell’accertamento della responsabilità penale. Di fronte al delicato rapporto tra scienza e diritto penale, la scelta metodologica è stata, così, netta (e quasi obbligata): un’impostazione di carattere multidisciplinare e comparatistica, che nasce dalla "consapevolezza della necessità di abbattere i confini che ancora rigidamente separano le diverse discipline ed i distinti ordinamenti, tutti invece accomunati dalla necessità di risolvere i medesimi problemi presentati dalla società moderna". Le difficoltà sono, infatti, unitarie ed ampiamente definite e tentano di decifrare quella “paralisi” incontrata dal diritto (soprattutto penale) nello scontrarsi con la situazione tipica di incertezza scientifica e fattuale che caratterizza il nostro attuale contesto fenomenologico. I primi passi della ricerca si muovono così su una preliminare definizione del nostro presente, identificandone i tratti caratterizzanti – innanzitutto - su un piano sociologico. Dopo aver tratteggiato le peculiarità, ormai note, dell’odierna società post moderna si impone un altro prioritario passaggio: la definizione del ruolo della scienza nel diritto penale, l’individuazione della sua “collocazione” dogmatica e, soprattutto, ancora prima, la determinazione delle caratteristiche fondamentali del sapere scientifico. Si apre così un ambito, ancora poco esplorato nel nostro ordinamento, per il quale è necessario richiamare l’esperienza Statunitense (in particolare i c.d. Frye test e Daubert test) che vanta da anni una maggiore attenzione sulla rilevanza del sapere scientifico e sui criteri di verifica di affidabilità degli studi scientifici ai fini del loro utilizzo all’interno del processo. Conclusa tale prima parte, il secondo capitolo è dedicato alla ricostruzione della nostra “storia” ed all’analisi più specifica dei risvolti problematici che il 1 CENTONZE, La normalità dei disastri tecnologici. Il problema del congedo dal diritto penale., Milano, 2004, p. 2. rapporto tra scienza e diritto penale ha avuto nel nostro ordinamento così come manifestatisi nell’evoluzione del diritto. Si è scelto, in particolare, di circoscrivere l’attenzione al fenomeno dell’amianto, in quanto in grado di rispecchiare emblematicamente tutti i profili di rilievo emersi in ordine al legame tra epidemiologia e diritto penale. Tale seconda linea di indagine si ripartisce, più precisamente, nelle due traiettorie fondamentali intraprese dalla giurisprudenza: quella tradizionale, relativa alla contestazione delle malattie asbesto-correlate quali eventi delle fattispecie di omicidio e lesioni colpose; quella più recente, espressa dal celebre processo Eternit, che proprio per evitare di imbattersi negli ostacoli incontrati sul terreno del diritto penale di evento, intraprende la distinta strada dei delitti di pericolo. Nel terzo capitolo si impone un allargamento del campo visuale, tale da includere anche l’ordinamento statunitense ed inglese, la cui analisi risulta imprescindibile e coerente con l’impostazione metodologica prescelta. La storia statunitense, in particolare, presenta un grande rilievo comparatistico, vantando la più lunga esperienza in materia di esposizioni a sostanze tossiche. Si cercheranno così di individuarne i tratti essenziali: dai problemi emersi nell’accertamento della specific causation; al passaggio ad una forma di gestione collettiva dei toxic torts, attraverso l’istituto delle class actions; alla configurabilità di una peculiare figura di illecito pubblico mediante l’esercizio dell’azione di public nuisance. L’ordinamento inglese presenta, invece, profili di interesse per l’inedita scelta compiuta dal legislatore di introdurre un apposito reato della persona giuridica dai contorni settoriali, ossia il corporate manslaughter. Saranno, dunque, esaminati anche in questo caso la ratio che ha ispirato la riforma e gli elementi essenziali della figura. L’ultima parte è volta a riunire tutti i punti trasversalmente affrontati verso un unico obiettivo: verificare quali siano le prospettive dell’epidemiologia nel processo penale, o meglio se esistano eventuali soluzioni, in una duplice ottica de jure condito e de jure condendo.
Epidemiologia e diritto penale: profili di responsabilità derivante dall’esposizione ad amianto / Corigliano, Giulia. - (2018 Oct 19).
Epidemiologia e diritto penale: profili di responsabilità derivante dall’esposizione ad amianto
Corigliano, Giulia
2018
Abstract
La tesi ha ad oggetto il tema della rilevanza dell’epidemiologia ai fini dell’accertamento della responsabilità penale. Di fronte al delicato rapporto tra scienza e diritto penale, la scelta metodologica è stata, così, netta (e quasi obbligata): un’impostazione di carattere multidisciplinare e comparatistica, che nasce dalla "consapevolezza della necessità di abbattere i confini che ancora rigidamente separano le diverse discipline ed i distinti ordinamenti, tutti invece accomunati dalla necessità di risolvere i medesimi problemi presentati dalla società moderna". Le difficoltà sono, infatti, unitarie ed ampiamente definite e tentano di decifrare quella “paralisi” incontrata dal diritto (soprattutto penale) nello scontrarsi con la situazione tipica di incertezza scientifica e fattuale che caratterizza il nostro attuale contesto fenomenologico. I primi passi della ricerca si muovono così su una preliminare definizione del nostro presente, identificandone i tratti caratterizzanti – innanzitutto - su un piano sociologico. Dopo aver tratteggiato le peculiarità, ormai note, dell’odierna società post moderna si impone un altro prioritario passaggio: la definizione del ruolo della scienza nel diritto penale, l’individuazione della sua “collocazione” dogmatica e, soprattutto, ancora prima, la determinazione delle caratteristiche fondamentali del sapere scientifico. Si apre così un ambito, ancora poco esplorato nel nostro ordinamento, per il quale è necessario richiamare l’esperienza Statunitense (in particolare i c.d. Frye test e Daubert test) che vanta da anni una maggiore attenzione sulla rilevanza del sapere scientifico e sui criteri di verifica di affidabilità degli studi scientifici ai fini del loro utilizzo all’interno del processo. Conclusa tale prima parte, il secondo capitolo è dedicato alla ricostruzione della nostra “storia” ed all’analisi più specifica dei risvolti problematici che il 1 CENTONZE, La normalità dei disastri tecnologici. Il problema del congedo dal diritto penale., Milano, 2004, p. 2. rapporto tra scienza e diritto penale ha avuto nel nostro ordinamento così come manifestatisi nell’evoluzione del diritto. Si è scelto, in particolare, di circoscrivere l’attenzione al fenomeno dell’amianto, in quanto in grado di rispecchiare emblematicamente tutti i profili di rilievo emersi in ordine al legame tra epidemiologia e diritto penale. Tale seconda linea di indagine si ripartisce, più precisamente, nelle due traiettorie fondamentali intraprese dalla giurisprudenza: quella tradizionale, relativa alla contestazione delle malattie asbesto-correlate quali eventi delle fattispecie di omicidio e lesioni colpose; quella più recente, espressa dal celebre processo Eternit, che proprio per evitare di imbattersi negli ostacoli incontrati sul terreno del diritto penale di evento, intraprende la distinta strada dei delitti di pericolo. Nel terzo capitolo si impone un allargamento del campo visuale, tale da includere anche l’ordinamento statunitense ed inglese, la cui analisi risulta imprescindibile e coerente con l’impostazione metodologica prescelta. La storia statunitense, in particolare, presenta un grande rilievo comparatistico, vantando la più lunga esperienza in materia di esposizioni a sostanze tossiche. Si cercheranno così di individuarne i tratti essenziali: dai problemi emersi nell’accertamento della specific causation; al passaggio ad una forma di gestione collettiva dei toxic torts, attraverso l’istituto delle class actions; alla configurabilità di una peculiare figura di illecito pubblico mediante l’esercizio dell’azione di public nuisance. L’ordinamento inglese presenta, invece, profili di interesse per l’inedita scelta compiuta dal legislatore di introdurre un apposito reato della persona giuridica dai contorni settoriali, ossia il corporate manslaughter. Saranno, dunque, esaminati anche in questo caso la ratio che ha ispirato la riforma e gli elementi essenziali della figura. L’ultima parte è volta a riunire tutti i punti trasversalmente affrontati verso un unico obiettivo: verificare quali siano le prospettive dell’epidemiologia nel processo penale, o meglio se esistano eventuali soluzioni, in una duplice ottica de jure condito e de jure condendo.File | Dimensione | Formato | |
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