Nella città contemporanea il dibattito sui “beni comuni” è evidentemente legato alla necessità di ridiscutere la fornitura pubblica di servizi e infrastrutture, aprendosi a nuovi organismi insorgenti nelle comunità locali. Oggi l'inefficacia delle formule di regolamentazione tradizionali imbrigliano le organizzazioni sociali in formule rigide incapaci di rispondere ad efficaci regimi di produzione. In particolare il sistema normativo ha spesso impedito una diffusione su larga scala di nuovi esperimenti istituzionali da parte degli attori privati, considerandoli come marginali, più indirizzati a soddisfare solamente i propri interessi che quelli “comuni”. Il contributo proposto mira a investigare le caratteristiche ed il funzionamento di questi meccanismi operativi, mostrando la capacità di produzione di un “servizio collettivo” come espressione di iniziative volontarie e indipendenti delle comunità locali. L'analisi si concentrerà sull'approfondimento di due strumenti particolari: l'utilizzo della rendita per nuove formule finanziarie private di fornitura di servizi urbani collettivi; gli schemi istituzionali contrattuali per la gestione di servizi energetici locali. Attraverso questi strumenti si definisce una strategia per la città policentrica, ossia capace di accogliere le aspirazioni dei propri cittadini, abilitandoli ad agire liberamente ed indipendentemente dalla posizione e dal ruolo che rivestono in ambito urbano. Questo aspetto consente alla città di adattarsi ai repentini cambiamenti dei paradigmi tecnologici, economici ed ambientali, rispondendo concretamente alle esigenze delle comunità locali.
Nuove forme di protagonismo urbano: servizi e strumenti per la città policentrica / Minola Luca, Andrea; Tricarico, Luca. - Radici, Condizioni, Prospettive, (2015), pp. 2007-2013. (XVIII Conferenza Nazionale SIU. Italia '45-'45. Radici, Condizioni, Prospettive, Venezia
Nuove forme di protagonismo urbano: servizi e strumenti per la città policentrica
Tricarico Luca
2015
Abstract
Nella città contemporanea il dibattito sui “beni comuni” è evidentemente legato alla necessità di ridiscutere la fornitura pubblica di servizi e infrastrutture, aprendosi a nuovi organismi insorgenti nelle comunità locali. Oggi l'inefficacia delle formule di regolamentazione tradizionali imbrigliano le organizzazioni sociali in formule rigide incapaci di rispondere ad efficaci regimi di produzione. In particolare il sistema normativo ha spesso impedito una diffusione su larga scala di nuovi esperimenti istituzionali da parte degli attori privati, considerandoli come marginali, più indirizzati a soddisfare solamente i propri interessi che quelli “comuni”. Il contributo proposto mira a investigare le caratteristiche ed il funzionamento di questi meccanismi operativi, mostrando la capacità di produzione di un “servizio collettivo” come espressione di iniziative volontarie e indipendenti delle comunità locali. L'analisi si concentrerà sull'approfondimento di due strumenti particolari: l'utilizzo della rendita per nuove formule finanziarie private di fornitura di servizi urbani collettivi; gli schemi istituzionali contrattuali per la gestione di servizi energetici locali. Attraverso questi strumenti si definisce una strategia per la città policentrica, ossia capace di accogliere le aspirazioni dei propri cittadini, abilitandoli ad agire liberamente ed indipendentemente dalla posizione e dal ruolo che rivestono in ambito urbano. Questo aspetto consente alla città di adattarsi ai repentini cambiamenti dei paradigmi tecnologici, economici ed ambientali, rispondendo concretamente alle esigenze delle comunità locali.File | Dimensione | Formato | |
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