Il mondo dei media è in costante evoluzione: linguaggi, generi, formati, competenze del pubblico sono soggetti a continui cambiamenti che ridisegnano i confini di uno scenario che si sottrae a facili descrizioni. La semiotica, disciplina che si prefigge di indagare il funzionamento dei sistemi e dei processi della significazione (Fabbri, Marrone, 2000 e 2001), pone al centro della propria riflessione sui fenomeni mediali la nozione di testo che, come evidenziano Fabbri e Marrone (2000, pp. 8-9), non comprende soltanto i testi propriamente detti, ossia i supporti materiali scritti di cui si occupano i filologi, e nemmeno tutti i prodotti comunicativi di ogni altro linguaggio (gestuale, iconico, musicale ecc.), ma, più in generale, qualsiasi porzione di realtà significante che può venire studiata dalla metodologia semiotica, acquisendo quei tratti formali di chiusura, coerenza, coesione, articolazione narrativa, molteplicità di livelli ecc., che si riscontrano con maggiore facilità nei testi propriamente detti (ma che, a ben guardare, li eccedono). Secondo questa prospettiva di riflessione e di analisi, la geografia dei media contemporanei è permeata da molte forme testuali diverse per linguaggio, dimensione, finalità comunicative, pubblico di riferimento. Basta concentrare per un istante l’attenzione su uno solo dei complessi e numerosi discorsi che alimentano il sistema della comunicazione, come ad esempio l’informazione, per rendersi conto della centralità e della rilevanza che assume la nozione di testo mediale. Un quotidiano, un telegiornale, la diretta di un evento istituzionale così come forme più leggere, ma non per questo ovvie o banali, come un magazine dedicato al lifestyle e alle tendenze, sono testi mediali dotati di una specificità sul piano del linguaggio, un’articolazione talvolta estremamente complessa la cui efficacia dipende da una serie di logiche. Uno degli obiettivi che muovono l’approccio semiotico allo studio dei fenomeni comunicativi è dunque quello di superare una visione semplicistica e ingenua dei prodotti mediali, proponendo uno studio appro- fondito dei meccanismi che determinano il consumo e la circolazione sociale di “oggetti” solo apparentemente scontati, privi di complessità. Il libro, pensato come uno strumento didattico utile a fornire alcune nozioni di base nello studio dei testi mediali, propone un primo e sintetico approccio guidato allo studio di alcune forme comunicative molto consolidate allo scopo di familiarizzare il lettore con la metodologia dell’analisi semiotica. Il primo capitolo è dedicato alla nozione di testo mediale e ad alcune coordinate minime di riferimento utili a definire i confini degli oggetti di analisi, vale a dire linguaggi, generi e formati, elementi attraverso i quali il pubblico costruisce e ridefinisce nel corso del tempo la propria capacità di orientamento nel sistema dei media. I capitoli successivi sono dedicati a tre forme mediali ampiamente consolidate e solo in apparenza molto “stabili”, come lo spot pubblicitario, il quotidiano, il talk show di approfondimento giornalistico, testi nei confronti dei quali la semiotica ha ampiamente esercitato il proprio impianto teorico-metodologico. A partire da alcuni casi di riferimento, ogni capitolo si articola su un doppio versante: la scomposizione e l’analisi. Allo scopo di favorire una riflessione mirata su alcuni meccanismi in gioco nel testo, è stata predisposta una scheda di analisi sotto forma di semplici domande per agevolare il lettore in un primo lavoro di selezione e ordinamento progressivo dei materiali.

I media: strumenti di analisi semiotica / Peverini, Paolo. - 445(2012), pp. 1-128.

I media: strumenti di analisi semiotica

PEVERINI, PAOLO
2012

Abstract

Il mondo dei media è in costante evoluzione: linguaggi, generi, formati, competenze del pubblico sono soggetti a continui cambiamenti che ridisegnano i confini di uno scenario che si sottrae a facili descrizioni. La semiotica, disciplina che si prefigge di indagare il funzionamento dei sistemi e dei processi della significazione (Fabbri, Marrone, 2000 e 2001), pone al centro della propria riflessione sui fenomeni mediali la nozione di testo che, come evidenziano Fabbri e Marrone (2000, pp. 8-9), non comprende soltanto i testi propriamente detti, ossia i supporti materiali scritti di cui si occupano i filologi, e nemmeno tutti i prodotti comunicativi di ogni altro linguaggio (gestuale, iconico, musicale ecc.), ma, più in generale, qualsiasi porzione di realtà significante che può venire studiata dalla metodologia semiotica, acquisendo quei tratti formali di chiusura, coerenza, coesione, articolazione narrativa, molteplicità di livelli ecc., che si riscontrano con maggiore facilità nei testi propriamente detti (ma che, a ben guardare, li eccedono). Secondo questa prospettiva di riflessione e di analisi, la geografia dei media contemporanei è permeata da molte forme testuali diverse per linguaggio, dimensione, finalità comunicative, pubblico di riferimento. Basta concentrare per un istante l’attenzione su uno solo dei complessi e numerosi discorsi che alimentano il sistema della comunicazione, come ad esempio l’informazione, per rendersi conto della centralità e della rilevanza che assume la nozione di testo mediale. Un quotidiano, un telegiornale, la diretta di un evento istituzionale così come forme più leggere, ma non per questo ovvie o banali, come un magazine dedicato al lifestyle e alle tendenze, sono testi mediali dotati di una specificità sul piano del linguaggio, un’articolazione talvolta estremamente complessa la cui efficacia dipende da una serie di logiche. Uno degli obiettivi che muovono l’approccio semiotico allo studio dei fenomeni comunicativi è dunque quello di superare una visione semplicistica e ingenua dei prodotti mediali, proponendo uno studio appro- fondito dei meccanismi che determinano il consumo e la circolazione sociale di “oggetti” solo apparentemente scontati, privi di complessità. Il libro, pensato come uno strumento didattico utile a fornire alcune nozioni di base nello studio dei testi mediali, propone un primo e sintetico approccio guidato allo studio di alcune forme comunicative molto consolidate allo scopo di familiarizzare il lettore con la metodologia dell’analisi semiotica. Il primo capitolo è dedicato alla nozione di testo mediale e ad alcune coordinate minime di riferimento utili a definire i confini degli oggetti di analisi, vale a dire linguaggi, generi e formati, elementi attraverso i quali il pubblico costruisce e ridefinisce nel corso del tempo la propria capacità di orientamento nel sistema dei media. I capitoli successivi sono dedicati a tre forme mediali ampiamente consolidate e solo in apparenza molto “stabili”, come lo spot pubblicitario, il quotidiano, il talk show di approfondimento giornalistico, testi nei confronti dei quali la semiotica ha ampiamente esercitato il proprio impianto teorico-metodologico. A partire da alcuni casi di riferimento, ogni capitolo si articola su un doppio versante: la scomposizione e l’analisi. Allo scopo di favorire una riflessione mirata su alcuni meccanismi in gioco nel testo, è stata predisposta una scheda di analisi sotto forma di semplici domande per agevolare il lettore in un primo lavoro di selezione e ordinamento progressivo dei materiali.
2012
9788843063697
Semiotica, sociosemiotica, testo mediale, media, semiotica del testo, multimoadlità
I media: strumenti di analisi semiotica / Peverini, Paolo. - 445(2012), pp. 1-128.
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