Sono sotto gli occhi di tutti lo stato disastroso della nostra regolamentazione, soprattutto economica, e gli effetti negativi che una cattiva regolazione può avere e ha su tutti noi e in particolare sul sistema economico. Le ragioni di questa vera e propria “notte delle regole” sono complesse, concatenandosi, in un rimando continuo di causa ed effetti, ragioni relative all’assetto istituzionale del nostro Paese, al procedimento legislativo quanto a strumenti e modalità privilegiati dalla politica, alle tecniche di confezionamento dei provvedimenti normativi. Il principale impedimento a una produzione normativa di qualità, sostanziale e formale, è certamente rappresentato dall’arretramento del Parlamento nella produzione normativa, per ragioni istituzionali e politico-rappresentative, relativamente sia all’iniziativa delle leggi, sia al vero e proprio esercizio della funzione legislativa, a tutto vantaggio del Governo che ha ormai assunto sotto entrambi i riguardi il ruolo di protagonista indiscusso. C’è inoltre un problema di qualità (e quantità) delle regole derivanti dal decadimento della tecnica legislativa, ma c’è anche e ancor prima un problema politico, che riguarda il percorso di formazione e d’approvazione imposto dalla politica ai vari provvedimenti con forza di legge che hanno in gran parte sostituito le leggi ordinarie. Ciò comporta inevitabilmente la sottomissione della decisione regolatoria – nell’indirizzo politico, nei tempi, nei contenuti, nella forma – a logiche per le quali la qualità delle regole non è considerata prioritaria, peggio è vista con fastidio. Non sono, dunque, problemi facili da risolvere, toccando più piani e coinvolgendo logiche e assetti da lungo tempo dominanti. Nondimeno, l’Italia non può davvero più permettersi di restare prigioniera della sua stessa “gabbia delle regole”, del suo diritto breve e senza qualità. L’impressione è che sia difficile ma non impossibile trasformare la regolamentazione da ostacolo a fattore trainante del sistema economico, uscire finalmente da quella notte normativa che è ormai un vero e proprio vulnus del nostro sistema democratico.
La notte delle regole: responsabilità della politica e problemi di tecnica legislativa / Mosco, Gian Domenico. - In: ANALISI GIURIDICA DELL'ECONOMIA. - ISSN 1720-951X. - 2(2013), pp. 351-361. [10.1433/75628]
La notte delle regole: responsabilità della politica e problemi di tecnica legislativa
MOSCO, GIAN DOMENICO
2013
Abstract
Sono sotto gli occhi di tutti lo stato disastroso della nostra regolamentazione, soprattutto economica, e gli effetti negativi che una cattiva regolazione può avere e ha su tutti noi e in particolare sul sistema economico. Le ragioni di questa vera e propria “notte delle regole” sono complesse, concatenandosi, in un rimando continuo di causa ed effetti, ragioni relative all’assetto istituzionale del nostro Paese, al procedimento legislativo quanto a strumenti e modalità privilegiati dalla politica, alle tecniche di confezionamento dei provvedimenti normativi. Il principale impedimento a una produzione normativa di qualità, sostanziale e formale, è certamente rappresentato dall’arretramento del Parlamento nella produzione normativa, per ragioni istituzionali e politico-rappresentative, relativamente sia all’iniziativa delle leggi, sia al vero e proprio esercizio della funzione legislativa, a tutto vantaggio del Governo che ha ormai assunto sotto entrambi i riguardi il ruolo di protagonista indiscusso. C’è inoltre un problema di qualità (e quantità) delle regole derivanti dal decadimento della tecnica legislativa, ma c’è anche e ancor prima un problema politico, che riguarda il percorso di formazione e d’approvazione imposto dalla politica ai vari provvedimenti con forza di legge che hanno in gran parte sostituito le leggi ordinarie. Ciò comporta inevitabilmente la sottomissione della decisione regolatoria – nell’indirizzo politico, nei tempi, nei contenuti, nella forma – a logiche per le quali la qualità delle regole non è considerata prioritaria, peggio è vista con fastidio. Non sono, dunque, problemi facili da risolvere, toccando più piani e coinvolgendo logiche e assetti da lungo tempo dominanti. Nondimeno, l’Italia non può davvero più permettersi di restare prigioniera della sua stessa “gabbia delle regole”, del suo diritto breve e senza qualità. L’impressione è che sia difficile ma non impossibile trasformare la regolamentazione da ostacolo a fattore trainante del sistema economico, uscire finalmente da quella notte normativa che è ormai un vero e proprio vulnus del nostro sistema democratico.File | Dimensione | Formato | |
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