L’articolo saggia, in calce ad un lavoro collettaneo sviluppato su una proposta di ricerca dell’autore, l’odierno significato –e la stessa esperibilità- di una teoria unitaria del contratto. Se è vero, infatti, che a guardare da lontano l’ambito di esercizio dell’autonomia negoziale viene ancora fatto di individuare un pugno di principi fondanti; se è vero, ancora, che nell’esperienza giuridica –quella nord-americana- che maggiormente ha contribuito a de-costruire la categoria monolitica si avvertono forti suggestioni di ritorno alla “grand theory”; se tutto ciò è evidente, e trova conforto nei vantaggi “conservativi” della teoria unitaria, non può sfuggire che il ruolo del diritto dei contratti ritagliato sulla logica del contratto negoziato risulta ormai inevitabilmente limitato rispetto all’emergere, all’estremo opposto, di un acquis communautaire declinato sul versante della tutela del consumatore e fondato su principi decisamente incompatibili con quelli che reggono la contrattazione inter pares. Nessun dubbio, dunque, sull’esistenza di almeno due nuclei solidi, irriducibili a una matrice comune. Tra i due poli si estende una “terra di mezzo”, ancora sprovvista di marcatori d’identità; e proprio qui potrebbe allignare l’ipotesi del ”terzo contratto”, plausibilmente caratterizzato dalla convergenza di una serie di interventi normativi ispirati a un sostrato comune e perciò idonei a propiziare esiti ermeneutici coerenti.
Postilla / Pardolesi, Roberto. - (2008), pp. 323-341.
Postilla
PARDOLESI, ROBERTO
2008
Abstract
L’articolo saggia, in calce ad un lavoro collettaneo sviluppato su una proposta di ricerca dell’autore, l’odierno significato –e la stessa esperibilità- di una teoria unitaria del contratto. Se è vero, infatti, che a guardare da lontano l’ambito di esercizio dell’autonomia negoziale viene ancora fatto di individuare un pugno di principi fondanti; se è vero, ancora, che nell’esperienza giuridica –quella nord-americana- che maggiormente ha contribuito a de-costruire la categoria monolitica si avvertono forti suggestioni di ritorno alla “grand theory”; se tutto ciò è evidente, e trova conforto nei vantaggi “conservativi” della teoria unitaria, non può sfuggire che il ruolo del diritto dei contratti ritagliato sulla logica del contratto negoziato risulta ormai inevitabilmente limitato rispetto all’emergere, all’estremo opposto, di un acquis communautaire declinato sul versante della tutela del consumatore e fondato su principi decisamente incompatibili con quelli che reggono la contrattazione inter pares. Nessun dubbio, dunque, sull’esistenza di almeno due nuclei solidi, irriducibili a una matrice comune. Tra i due poli si estende una “terra di mezzo”, ancora sprovvista di marcatori d’identità; e proprio qui potrebbe allignare l’ipotesi del ”terzo contratto”, plausibilmente caratterizzato dalla convergenza di una serie di interventi normativi ispirati a un sostrato comune e perciò idonei a propiziare esiti ermeneutici coerenti.Pubblicazioni consigliate
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