Il lavoro ricostruisce, all’indomani dell’entrata in vigore della riforma delle società di capitali (2004), la funzione amministrativa nella s.p.a. Indicati i contenuti dei tre sistemi a disposizione dell’autonomia statutaria, con il diverso articolarsi in essi dei compiti di monitoraggio e di gestione che competono agli amministratori, si sottolineano i rischi d’arbitraggio normativo a danno delle minoranze. Alla luce della competenza esclusiva degli amministratori in materia di gestione è, in particolare, esaminato il rapporto tra c.d.a. e organi delegati, caratterizzato da una competenza concorrente anche nel senso che delegante e delegato devono ambedue attivarsi con riguardo alle materie oggetto di delega. Ci si sofferma, inoltre, sul ruolo del presidente, sull’importanza della circolazione delle informazioni, sulla conferma di un obbligo a carico degli amministratori non esecutivi di vigilanza sulla gestione, che è complessivo e continuativo. Sono altresì analizzate le disposizioni su nomina, revoca, cessazione e sostituzione degli amministratori, mettendo in luce le novità della riforma. Specifica attenzione è dedicata ai poteri di rappresentanza, ai requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza degli amministratori, alla remunerazione degli amministratori e all’invalidità delle delibere del consiglio d’amministrazione. A quest’ultimo riguardo si interpreta la nuova disciplina della materia, tenuto conto del formante giurisprudenziale, come, anziché un allargamento, una restrizione delle ipotesi d’impugnazione.
Mosco, Gian Domenico. (2004). Commento agli artt. 2380-2389. In G. NICCOLINI; A. STAGNO DALCONTRES (Eds.), Commentario Società di capitali (pp. 579-592). JOVENE.
Commento agli artt. 2380-2389
MOSCO, GIAN DOMENICO
2004
Abstract
Il lavoro ricostruisce, all’indomani dell’entrata in vigore della riforma delle società di capitali (2004), la funzione amministrativa nella s.p.a. Indicati i contenuti dei tre sistemi a disposizione dell’autonomia statutaria, con il diverso articolarsi in essi dei compiti di monitoraggio e di gestione che competono agli amministratori, si sottolineano i rischi d’arbitraggio normativo a danno delle minoranze. Alla luce della competenza esclusiva degli amministratori in materia di gestione è, in particolare, esaminato il rapporto tra c.d.a. e organi delegati, caratterizzato da una competenza concorrente anche nel senso che delegante e delegato devono ambedue attivarsi con riguardo alle materie oggetto di delega. Ci si sofferma, inoltre, sul ruolo del presidente, sull’importanza della circolazione delle informazioni, sulla conferma di un obbligo a carico degli amministratori non esecutivi di vigilanza sulla gestione, che è complessivo e continuativo. Sono altresì analizzate le disposizioni su nomina, revoca, cessazione e sostituzione degli amministratori, mettendo in luce le novità della riforma. Specifica attenzione è dedicata ai poteri di rappresentanza, ai requisiti di onorabilità, professionalità e indipendenza degli amministratori, alla remunerazione degli amministratori e all’invalidità delle delibere del consiglio d’amministrazione. A quest’ultimo riguardo si interpreta la nuova disciplina della materia, tenuto conto del formante giurisprudenziale, come, anziché un allargamento, una restrizione delle ipotesi d’impugnazione.Pubblicazioni consigliate
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