Il ruolo chiave che può svolgere l'attuazione privatistica della normativa a tutela della concorrenza innanzi alle singole corti nazionali (c.d. private enforcement), quale complemento del public enforcement, è stato largamente riconosciuto. Considerato l'attuale basso livello di probabilità che una condotta anticompetitiva sia scoperta e che le risorse a disposizione degli enforcers pubblici sono limitate, facilitare il ricorso al private enforcement può comportare due tipi di benefici: i) aumento del livello di giustizia correttiva - ovvero la concessione del risarcimento completo dei danni subiti ai soggetti maggiormente lesi dall'illecito antitrust- ii) aumento del livello di deterrenza - ovvero l'innalzamento della possibilità che gli autori delle condotte anticompetitive internalizzino completamente le esternalità negative causate alla società dai loro atti. Benché il doppio binario puro di tutela antitrust sia dunque a pieno titolo ius receptum all'interno dell'ordinamento giuridico nazionale e comunitario, oggi si continua a ravvisare un sostanziale sottosviluppo del private enforcement. Nel 2005 la Commissione Europea presentò un documento sulle azioni di risarcimento in materia antitrust (c.d. Libro verde), il cui scopo dichiarato era quello di rilevare quali fossero gli ostacoli alla crescita del private enforcement. Nel corso del 2007 è stata condotta dagli autori del presente articolo una specifica analisi dei costi e benefici derivanti dall'applicazione di alcune combinazioni di opzioni, così come proposte dalla Commissione. Il 3 aprile 2008, la Commissione Europea ha finalmente pubblicato un Libro Bianco, con il quale si raccomanda agli Stati membri l'implementazione di specifici strumenti legali e meccanismi procedurali in grado di facilitare lo sviluppo del private enforcement minimizzando i costi connessi a tale processo. In questo studio analizziamo le motivazioni principali sottese alle scelte di policy compiute dalla Commissione, fornendo spunti su alcune questioni interpretative e applicative che potrebbero presentarsi in futuro.
Il libro bianco sul danno antitrust: l'anno che verrà / E. L., Camilli; P., Caprile; Renda, Andrea; Pardolesi, Roberto. - In: MERCATO CONCORRENZA REGOLE. - ISSN 1590-5128. - 2(2008), pp. 229-282. [10.1434/27738]
Il libro bianco sul danno antitrust: l'anno che verrà
RENDA, ANDREA;PARDOLESI, ROBERTO
2008
Abstract
Il ruolo chiave che può svolgere l'attuazione privatistica della normativa a tutela della concorrenza innanzi alle singole corti nazionali (c.d. private enforcement), quale complemento del public enforcement, è stato largamente riconosciuto. Considerato l'attuale basso livello di probabilità che una condotta anticompetitiva sia scoperta e che le risorse a disposizione degli enforcers pubblici sono limitate, facilitare il ricorso al private enforcement può comportare due tipi di benefici: i) aumento del livello di giustizia correttiva - ovvero la concessione del risarcimento completo dei danni subiti ai soggetti maggiormente lesi dall'illecito antitrust- ii) aumento del livello di deterrenza - ovvero l'innalzamento della possibilità che gli autori delle condotte anticompetitive internalizzino completamente le esternalità negative causate alla società dai loro atti. Benché il doppio binario puro di tutela antitrust sia dunque a pieno titolo ius receptum all'interno dell'ordinamento giuridico nazionale e comunitario, oggi si continua a ravvisare un sostanziale sottosviluppo del private enforcement. Nel 2005 la Commissione Europea presentò un documento sulle azioni di risarcimento in materia antitrust (c.d. Libro verde), il cui scopo dichiarato era quello di rilevare quali fossero gli ostacoli alla crescita del private enforcement. Nel corso del 2007 è stata condotta dagli autori del presente articolo una specifica analisi dei costi e benefici derivanti dall'applicazione di alcune combinazioni di opzioni, così come proposte dalla Commissione. Il 3 aprile 2008, la Commissione Europea ha finalmente pubblicato un Libro Bianco, con il quale si raccomanda agli Stati membri l'implementazione di specifici strumenti legali e meccanismi procedurali in grado di facilitare lo sviluppo del private enforcement minimizzando i costi connessi a tale processo. In questo studio analizziamo le motivazioni principali sottese alle scelte di policy compiute dalla Commissione, fornendo spunti su alcune questioni interpretative e applicative che potrebbero presentarsi in futuro.Pubblicazioni consigliate
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