In his recent work, The search for Law, Fabrizio Di Marzio questions the core of the jurist’s vocation when facing the sirens of disenchantment of a law that, in contemporary society, risks to mortify the complexity of the legal phenomenon. In investigating the possible (or desirable?) relations with morality, art and science, the author takes his inspiration from Paolo Grossi in order to hinder today’s dogmatic slumber, to vehemently oppose any reductionist approach - understood as an unwillingness to come to terms with time - and, not least, the alleged calculability of law as an echo of modern rationalism. In order to lay bare the epistemological error of thinking of the universe as a perfect deterministic machine, Di Marzio takes his cue from the topos of the Sophoclean tragedy of Antigone to highlight the need to break free from the loneliness of universalisms and go beyond classical dichotomies. In his review, Antonio Punzi recalls Kant’s attempt to construct a judgement capable of combining the a-priori of reason with contact with experience, and thus points out how the merit of Di Marzio’s book is that it has spurred the jurist to fearlessly immerse himself in historicity without thereby embracing subjectivist visions of legal policy that lose sight of respect for the text of the law.

Nell’ ultimo lavoro, La ricerca del diritto, Fabrizio Di Marzio si interroga circa il quid proprium della vocazione del giurista di fronte alle sirene del disincanto di un diritto che, nella società contemporanea, rischia di mortificare la complessità del fenomeno giuridico. Nell'indagare i possibili (o auspicabili?) rapporti con morale, arte e scienza, l’autore prende le mosse da Paolo Grossi per avversare l’odierno sonno dogmatico, contrastare con veemenza ogni approccio riduzionistico - inteso come indisponibilità a fare i conti con il tempo - e, non ultima, la pretesa calcolabilità del diritto quale eco del razionalismo moderno. Al fine di denudare l'errore epistemologico di pensare l’universo come una macchina deterministica perfetta, Di Marzio prende le mosse dal topos della tragedia sofoclea dell’Antigone per segnalare la necessità di svincolarsi dalla solitudine degli universalismi e andare oltre le dicotomie classiche. Nella sua recensione, Antonio Punzi richiama il tentativo kantiano di costruire un giudizio idoneo a coniugare l’a-priori della ragione con il contatto con l’esperienza, e così evidenzia come il merito del libro di Di Marzio sia quello di aver spronato il giurista a calarsi senza timore nella storicità senza con ciò abbracciare visioni soggettiviste di politica del diritto che perdano di vista il rispetto del testo.

La trasfigurazione del contratto nell'ordinamento reticolare / Punzi, Antonio. - In: RIFD. RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA DEL DIRITTO. - ISSN 1593-7135. - 3-4(2022), pp. 613-618.

La trasfigurazione del contratto nell'ordinamento reticolare

A. Punzi
2022

Abstract

In his recent work, The search for Law, Fabrizio Di Marzio questions the core of the jurist’s vocation when facing the sirens of disenchantment of a law that, in contemporary society, risks to mortify the complexity of the legal phenomenon. In investigating the possible (or desirable?) relations with morality, art and science, the author takes his inspiration from Paolo Grossi in order to hinder today’s dogmatic slumber, to vehemently oppose any reductionist approach - understood as an unwillingness to come to terms with time - and, not least, the alleged calculability of law as an echo of modern rationalism. In order to lay bare the epistemological error of thinking of the universe as a perfect deterministic machine, Di Marzio takes his cue from the topos of the Sophoclean tragedy of Antigone to highlight the need to break free from the loneliness of universalisms and go beyond classical dichotomies. In his review, Antonio Punzi recalls Kant’s attempt to construct a judgement capable of combining the a-priori of reason with contact with experience, and thus points out how the merit of Di Marzio’s book is that it has spurred the jurist to fearlessly immerse himself in historicity without thereby embracing subjectivist visions of legal policy that lose sight of respect for the text of the law.
2022
Jurist; Epistemology; Time; Complexity; Interpretation
Giurista; epistemologia; tempo; complessità; interpretazione
Nell’ ultimo lavoro, La ricerca del diritto, Fabrizio Di Marzio si interroga circa il quid proprium della vocazione del giurista di fronte alle sirene del disincanto di un diritto che, nella società contemporanea, rischia di mortificare la complessità del fenomeno giuridico. Nell'indagare i possibili (o auspicabili?) rapporti con morale, arte e scienza, l’autore prende le mosse da Paolo Grossi per avversare l’odierno sonno dogmatico, contrastare con veemenza ogni approccio riduzionistico - inteso come indisponibilità a fare i conti con il tempo - e, non ultima, la pretesa calcolabilità del diritto quale eco del razionalismo moderno. Al fine di denudare l'errore epistemologico di pensare l’universo come una macchina deterministica perfetta, Di Marzio prende le mosse dal topos della tragedia sofoclea dell’Antigone per segnalare la necessità di svincolarsi dalla solitudine degli universalismi e andare oltre le dicotomie classiche. Nella sua recensione, Antonio Punzi richiama il tentativo kantiano di costruire un giudizio idoneo a coniugare l’a-priori della ragione con il contatto con l’esperienza, e così evidenzia come il merito del libro di Di Marzio sia quello di aver spronato il giurista a calarsi senza timore nella storicità senza con ciò abbracciare visioni soggettiviste di politica del diritto che perdano di vista il rispetto del testo.
La trasfigurazione del contratto nell'ordinamento reticolare / Punzi, Antonio. - In: RIFD. RIVISTA INTERNAZIONALE DI FILOSOFIA DEL DIRITTO. - ISSN 1593-7135. - 3-4(2022), pp. 613-618.
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