L’ambizione di una disciplina organica della giustizia riparativa rappresenta il vero vanto della riforma Cartabia. Il proposito è quello di generalizzare interventi di Restorative Justice imponendone l’operatività nell’intera sequenza procedimentale, oltre che in sede esecutiva, a prescindere dal tipo e dalla gravità del reato. Tuttavia, a questa innovativa decisione si contrappongono le ambiguità derivanti dal concreto innesto dei meccanismi riparativi nel processo penale. L’obiettivo di questo scritto è, quindi, quello di comprendere e bilanciare i punti di forza e di debolezza della riforma, analizzando – in primis – le modifiche che si accingono ad entrare in vigore e le profonde differenze di contesto, oggetto e finalità che segnano il solco tra giustizia penale tradizionale e giustizia riparativa. Si sottolinea, in particolare, come sia necessario dare a tali diversità una sembianza normativa che contribuisca al formarsi di un quadro più chiaro delle pratiche riparative e del diverso sguardo che queste richiedono nell’accostarsi alla conflittualità legata a vicende penali. Inoltre, si evidenzia come le sequenze temporali variabili e non predeterminabili connaturate ai percorsi di giustizia riparativa difficilmente riescono a conciliarsi con gli obiettivi di efficienza e celerità dei giudizi perseguiti dalla riforma e con il più generale obiettivo di deflazione inseguito con crescente insistenza dal legislatore penale.
Di Leverano, Aurora Maria. (2023). La coniugazione tra giustizia riparativa e processo alla luce della riforma Cartabia. In Alfredo Gaito (Eds.), Il giusto processo penale dopo la riforma Cartabia (pp. 339-361). Pisa University Press. Isbn: 978-88-3339-773-3.
La coniugazione tra giustizia riparativa e processo alla luce della riforma Cartabia
Aurora Maria Di Leverano
2023
Abstract
L’ambizione di una disciplina organica della giustizia riparativa rappresenta il vero vanto della riforma Cartabia. Il proposito è quello di generalizzare interventi di Restorative Justice imponendone l’operatività nell’intera sequenza procedimentale, oltre che in sede esecutiva, a prescindere dal tipo e dalla gravità del reato. Tuttavia, a questa innovativa decisione si contrappongono le ambiguità derivanti dal concreto innesto dei meccanismi riparativi nel processo penale. L’obiettivo di questo scritto è, quindi, quello di comprendere e bilanciare i punti di forza e di debolezza della riforma, analizzando – in primis – le modifiche che si accingono ad entrare in vigore e le profonde differenze di contesto, oggetto e finalità che segnano il solco tra giustizia penale tradizionale e giustizia riparativa. Si sottolinea, in particolare, come sia necessario dare a tali diversità una sembianza normativa che contribuisca al formarsi di un quadro più chiaro delle pratiche riparative e del diverso sguardo che queste richiedono nell’accostarsi alla conflittualità legata a vicende penali. Inoltre, si evidenzia come le sequenze temporali variabili e non predeterminabili connaturate ai percorsi di giustizia riparativa difficilmente riescono a conciliarsi con gli obiettivi di efficienza e celerità dei giudizi perseguiti dalla riforma e con il più generale obiettivo di deflazione inseguito con crescente insistenza dal legislatore penale.| File | Dimensione | Formato | |
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