Postfazione a "Fai agli altri: la reciprocità nelle organizzazioni aziendali"

Il viaggio concettuale attraverso cui Deborah Gervasi ci ha sin qui condotto deve essere definito coraggioso, perché tratta un tema non semplice, e ambizioso, perché non giunge a conclusioni ma apre la strada a tante ulteriori possibili linee di investigazione. In primo luogo, il lavoro sfida quel positivismo – sovente latente – insito nel concetto interdipendenza, a cui – per convenienza analitica più che per reale convinzione epistemologica – la ricerca organizzativa spesso si ferma, semplificando nel dominio del ‘reale’ ciò che empiricamente potrebbe svelare altri significati. Ciò che Deborah Gervasi richiama come “la regola aurea della reciprocità”, infatti, risulta infatti arida se ne si ignorano, da un lato, gli elementi percettivi e, dall’altro, i contesti in cui questa si manifesta e i codici – anche morali – che ne governano le dinamiche.