Seguendo la definizione di Duckworth et al. (2007), possono essere definiti come ‘grintosi’ (gritty) coloro che sono: proattivi nel perseguire obiettivi a lungo termine e, perseveranti a dispetto di eventuali - inevitabili - ostacoli o battute d'arresto. Potremmo semplicisticamente affermare “i grintosi sono gente testarda che va avanti per la propria strada a dispetto di tutto, cruciale per il successo in diversi domini della vita quotidiana: sport, politica, professione, vicende personali e tanto altro…” Ma la “grinta” (grit), oltre ad essere un fenomeno su cui il mondo accademico ancora dibatte, presentando prospettive diverse, è anche un costrutto complesso, che mal si presta a semplicistiche riduzioni. Dal punto di vista accademico, non tutti sono convinti della solidità della “grit” come costrutto, come pure non sempre è chiara la sua capacità di differenziarsi da costrutti correlati, come resilienza, bisogno di realizzazione, coscienziosità o da manifestazioni estemporanee della stessa (es. aggressività, caparbietà,‘tough love’, etc.). Parimenti, non tutti hanno la consapevolezza della propria grinta mentre altri, pur credendo poterne vantare (autopercezione), in realtà vantano altre caratteristiche. L’autodefinizione (o, meglio, l’autopercezione) della propria grinta è rilevante per la nostra analisi. Presi singolarmente, gli individui grintosi, infatti, sono coloro in grado di persistere anche quando la frustrazione o la noia fiaccano gli altri, poiché vivono tutto in funzione dei loro obiettivi a lungo termine. Ma cosa succede quando interagiscono con gli altri? Se si trovano nelle condizioni - formali o informali - di guidare un gruppo (‘leadership’), riescono a trasformare queste loro proprietà in una carica positiva in grado di attivare anche gli altri? E ancora, la grinta ha solo connotazioni positive, o - come tanti altri fenomeni sociali - presenta anche un lato oscuro?
Grinta: determinazione o ossessione? / Giustiniano, Luca. - In: LA MERAVIGLIA DEL POSSIBILE. - 3:(2022), pp. 126-131.
Grinta: determinazione o ossessione?
Luca Giustiniano
2022
Abstract
Seguendo la definizione di Duckworth et al. (2007), possono essere definiti come ‘grintosi’ (gritty) coloro che sono: proattivi nel perseguire obiettivi a lungo termine e, perseveranti a dispetto di eventuali - inevitabili - ostacoli o battute d'arresto. Potremmo semplicisticamente affermare “i grintosi sono gente testarda che va avanti per la propria strada a dispetto di tutto, cruciale per il successo in diversi domini della vita quotidiana: sport, politica, professione, vicende personali e tanto altro…” Ma la “grinta” (grit), oltre ad essere un fenomeno su cui il mondo accademico ancora dibatte, presentando prospettive diverse, è anche un costrutto complesso, che mal si presta a semplicistiche riduzioni. Dal punto di vista accademico, non tutti sono convinti della solidità della “grit” come costrutto, come pure non sempre è chiara la sua capacità di differenziarsi da costrutti correlati, come resilienza, bisogno di realizzazione, coscienziosità o da manifestazioni estemporanee della stessa (es. aggressività, caparbietà,‘tough love’, etc.). Parimenti, non tutti hanno la consapevolezza della propria grinta mentre altri, pur credendo poterne vantare (autopercezione), in realtà vantano altre caratteristiche. L’autodefinizione (o, meglio, l’autopercezione) della propria grinta è rilevante per la nostra analisi. Presi singolarmente, gli individui grintosi, infatti, sono coloro in grado di persistere anche quando la frustrazione o la noia fiaccano gli altri, poiché vivono tutto in funzione dei loro obiettivi a lungo termine. Ma cosa succede quando interagiscono con gli altri? Se si trovano nelle condizioni - formali o informali - di guidare un gruppo (‘leadership’), riescono a trasformare queste loro proprietà in una carica positiva in grado di attivare anche gli altri? E ancora, la grinta ha solo connotazioni positive, o - come tanti altri fenomeni sociali - presenta anche un lato oscuro?File | Dimensione | Formato | |
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