Dopo oltre due decenni di tentativi e proclami, a tutt’oggi il Parlamento italiano ha strutturato ben poco per affrontare la sfida della valutazione delle politiche pubbliche, alla quale sono chiamate – a vario titolo – tutte le istituzioni, specie quelle rappresentative. Molteplici sono i fattori che sembrano aver concorso a questo fallimento. Dapprima è stato probabilmente condizionante il sostanziale “assorbimento” della valutazione delle politiche pubbliche nel più generale tema della qualità della normazione (che aveva più urgenti necessità, le quali, per altro, meglio si prestavano all’approccio prevalentemente giuridico con cui si decise di agire tra la fine degli Anni ’90 e l’inizio degli Anni 2000). Successivamente, sembra essersi affermata una diversa considerazione di complementarità tra regolazione e valutazione delle politiche pubbliche, che tuttavia è rimasta solo annunciata e non praticata alla luce dei successivi fallimenti di riforma delle istituzioni parlamentari. Anche al fine di proporre un approccio sistematico, non sembrano convincenti gli approcci teorici che propongono un inquadramento della valutazione delle politiche pubbliche come parte (o come sviluppo) del- la funzione di controllo. La valutazione delle politiche pubbliche sembra piuttosto da inquadrarsi all’interno della più ampia e articolata concezione della funzione rappresentativa delle assemblee elettive. A tal fine, è apparsa necessaria anche una rilettura critica della nota pronuncia n. 106 del 2002 della Corte costituzionale, rispetto alla quale – dopo quasi vent’anni – è probabilmente opportuna una rimeditazione, alla luce dell’evoluzione intercorsa sia nei rapporti tra livelli di governo, sia alla luce dell’ulteriore verticalizzazione della forma di governo. Infine, i contenuti, gli strumenti e l’inquadramento della valutazione delle politiche pubbliche devono essere misurati con le prospettive, per massima parte inedite, derivanti dal ciclo di costruzione e valutazione degli interventi inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che sembra poter offrire nuove ipotesi di sistematizzazione.
Il Parlamento nella valutazione delle politiche pubbliche / Piccirilli, Giovanni. - (2022), pp. 29-46.
Il Parlamento nella valutazione delle politiche pubbliche
Piccirilli G
2022
Abstract
Dopo oltre due decenni di tentativi e proclami, a tutt’oggi il Parlamento italiano ha strutturato ben poco per affrontare la sfida della valutazione delle politiche pubbliche, alla quale sono chiamate – a vario titolo – tutte le istituzioni, specie quelle rappresentative. Molteplici sono i fattori che sembrano aver concorso a questo fallimento. Dapprima è stato probabilmente condizionante il sostanziale “assorbimento” della valutazione delle politiche pubbliche nel più generale tema della qualità della normazione (che aveva più urgenti necessità, le quali, per altro, meglio si prestavano all’approccio prevalentemente giuridico con cui si decise di agire tra la fine degli Anni ’90 e l’inizio degli Anni 2000). Successivamente, sembra essersi affermata una diversa considerazione di complementarità tra regolazione e valutazione delle politiche pubbliche, che tuttavia è rimasta solo annunciata e non praticata alla luce dei successivi fallimenti di riforma delle istituzioni parlamentari. Anche al fine di proporre un approccio sistematico, non sembrano convincenti gli approcci teorici che propongono un inquadramento della valutazione delle politiche pubbliche come parte (o come sviluppo) del- la funzione di controllo. La valutazione delle politiche pubbliche sembra piuttosto da inquadrarsi all’interno della più ampia e articolata concezione della funzione rappresentativa delle assemblee elettive. A tal fine, è apparsa necessaria anche una rilettura critica della nota pronuncia n. 106 del 2002 della Corte costituzionale, rispetto alla quale – dopo quasi vent’anni – è probabilmente opportuna una rimeditazione, alla luce dell’evoluzione intercorsa sia nei rapporti tra livelli di governo, sia alla luce dell’ulteriore verticalizzazione della forma di governo. Infine, i contenuti, gli strumenti e l’inquadramento della valutazione delle politiche pubbliche devono essere misurati con le prospettive, per massima parte inedite, derivanti dal ciclo di costruzione e valutazione degli interventi inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che sembra poter offrire nuove ipotesi di sistematizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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