Il settantesimo anniversario della Costituzione sembra appartenere a una storia del tutto differente da quella del decennale precedente, che si apre nel 2011 con la crisi del debito sovrano e la fine dell’ultimo governo Berlusconi ed è poi segnata dalle elezioni del 2013 e dal referendum costituzionale del dicembre 2016. Una storia, però, che non si sa più bene in quale direzione stia marciando – a tal punto che, come detto, «sembra» esser diversa dalla precedente, ma non si può sapere se lo sia davvero: non lo si poteva sapere al tempo dell’anniversario, e non lo si può nemmeno nel momento in cui scrivo, all’inizio del 2020. Caduto in un clima complessivo d’instabilità e incertezza, il settantesimo è stato accompagnato da un dibattito pubblico assai povero, caratterizzato da toni striduli e dal riprodursi delle medesime polemiche dei decenni precedenti in una versione ancora più stanca, ritualistica, confusa e inconcludente. Intanto, mentre non si riusciva più a sapere che cosa dovesse farsi della seconda parte della Costituzione, sono spuntati all’orizzonte fenomeni politici tali da sfidare i valori inscritti nella prima parte, e più in generale i principi di fondo della democrazia rappresentativa.
Il settantesimo anniversario, o dell’ineluttabile politicità delle riforme costituzionali / Orsina, Giovanni. - (2020), pp. 169-197.
Il settantesimo anniversario, o dell’ineluttabile politicità delle riforme costituzionali
Giovanni Orsina
2020
Abstract
Il settantesimo anniversario della Costituzione sembra appartenere a una storia del tutto differente da quella del decennale precedente, che si apre nel 2011 con la crisi del debito sovrano e la fine dell’ultimo governo Berlusconi ed è poi segnata dalle elezioni del 2013 e dal referendum costituzionale del dicembre 2016. Una storia, però, che non si sa più bene in quale direzione stia marciando – a tal punto che, come detto, «sembra» esser diversa dalla precedente, ma non si può sapere se lo sia davvero: non lo si poteva sapere al tempo dell’anniversario, e non lo si può nemmeno nel momento in cui scrivo, all’inizio del 2020. Caduto in un clima complessivo d’instabilità e incertezza, il settantesimo è stato accompagnato da un dibattito pubblico assai povero, caratterizzato da toni striduli e dal riprodursi delle medesime polemiche dei decenni precedenti in una versione ancora più stanca, ritualistica, confusa e inconcludente. Intanto, mentre non si riusciva più a sapere che cosa dovesse farsi della seconda parte della Costituzione, sono spuntati all’orizzonte fenomeni politici tali da sfidare i valori inscritti nella prima parte, e più in generale i principi di fondo della democrazia rappresentativa.File | Dimensione | Formato | |
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