Le norme su anatocismo (d.lgs. n. 342/1999) e usura (L. n. 108/1996) costituiscono due esempi di intervento dello Stato nell’economia volti a regolare, o più esattamente a riequilibrare, almeno nelle intenzioni del legislatore storico, i rapporti contrattuali fra banca e cliente. A circa vent’anni dalla loro introduzione nel nostro ordinamento, è lecito domandarsi se questi provvedimenti abbiano raggiunto lo scopo e, soprattutto, se le “esternalità negative” connesse alla loro applicazione, in termini d’incertezza interpretativa e d’incremento della litigiosità, dentro e fuori dai Tribunali, siano maggiori dei benefici che ne sono scaturiti. Premetto subito che non è possibile, in questa sede, rispondere ad un interrogativo così complesso e “sfidante”. Piuttosto, cercherò di fornire alcuni spunti di riflessione su quello che, a ben guardare, ha rappresentato e rappresenta tuttora un osservatorio privilegiato per analizzare i rapporti tra regolazione pubblica, contratti e mercato, da una parte; ed il ruolo svolto, rispettivamente, dal legislatore, dai giudici e dalle autorità di vigilanza, dall’altra.
Riflessioni critiche in tema di “anatocismo” e “usura” nei contratti bancari / Olivieri, Gustavo. - (2020), pp. 113-127.
Riflessioni critiche in tema di “anatocismo” e “usura” nei contratti bancari
gustavo olivieri
2020
Abstract
Le norme su anatocismo (d.lgs. n. 342/1999) e usura (L. n. 108/1996) costituiscono due esempi di intervento dello Stato nell’economia volti a regolare, o più esattamente a riequilibrare, almeno nelle intenzioni del legislatore storico, i rapporti contrattuali fra banca e cliente. A circa vent’anni dalla loro introduzione nel nostro ordinamento, è lecito domandarsi se questi provvedimenti abbiano raggiunto lo scopo e, soprattutto, se le “esternalità negative” connesse alla loro applicazione, in termini d’incertezza interpretativa e d’incremento della litigiosità, dentro e fuori dai Tribunali, siano maggiori dei benefici che ne sono scaturiti. Premetto subito che non è possibile, in questa sede, rispondere ad un interrogativo così complesso e “sfidante”. Piuttosto, cercherò di fornire alcuni spunti di riflessione su quello che, a ben guardare, ha rappresentato e rappresenta tuttora un osservatorio privilegiato per analizzare i rapporti tra regolazione pubblica, contratti e mercato, da una parte; ed il ruolo svolto, rispettivamente, dal legislatore, dai giudici e dalle autorità di vigilanza, dall’altra.File | Dimensione | Formato | |
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