Beppe, Tonio e le donne vanno a votare: l’educazione al voto per le elezioni amministrative del 1946 / Forlenza, Rosario. - In: DIMENSIONI E PROBLEMI DELLA RICERCA STORICA. - ISSN 1125-517X. - 20:1(2008), pp. 125-145. [10.7376/71772]

Beppe, Tonio e le donne vanno a votare: l’educazione al voto per le elezioni amministrative del 1946

Forlenza R
2008

2008
Le elezioni amministrative della primavera del 1946 furono le prime libere consultazioni popolari della nuova Italia democratica. Tra il 10 marzo e il 7 aprile di quell’anno si recarono a votare, in 5.722 comuni, 7.862.743 uomini e – per la prima volta nella storia d’Italia – 8.441.537 donne. L’affluenza alle urne fece segnare una ragguardevole e inaspettata media dell’82,3%, con una leggera preminenza degli uomini (83%) sulle donne (81,7%) e con una maggiore affluenza al nord (85,4%) piuttosto che al sud (78%) o nelle isole (73,3%). I risultati del voto – oltre a dare un’indicazione favorevole ai partiti orientati in materia istituzionale verso la Repubblica – segnarono la prima conferma del ruolo dei partiti di massa, il ridimensionamento degli azionisti, l’emarginazione dei liberali, l’inconsistenza dei partiti e gruppi di destra che ottennero un pugno di consiglieri, quasi tutti in Italia meridionale. Una nuova legge elettorale, approvata agli inizi del 1946, aveva diviso i comuni in due classi. In 5.607 comuni con popolazione inferiore ai 30.000 abitanti si continuava a votare con il sistema maggioritario e del voto limitato ai quattro quinti dei consiglieri da eleggere, previsto dall’ordinamento prefascista. Alcune novità sostanziali – l’obbligo di organizzare le candidature in liste sottoscritte da un certo numero di elettori e di contrassegnarle con un simbolo riportato in testa alla lista sulla scheda di Stato, utilizzata per la prima volta (almeno per le consultazioni amministrative); l’impossibilità di esprimere voti aggiuntivi rispetto alle candidature ufficiali; l’obbligo per i candidati di prestare una dichiarazione di contiguità politica, se non proprio di appartenenza partitica – erano l’effetto del ruolo sempre più avvolgente dei partiti; anche se elettori ed elettrici conservavano la possibilità di votare per candidati appartenenti a liste diverse (panachage). Nelle città con più di 30.000 abitanti (49) e nei comuni capoluogo (66) veniva introdotto, invece, il sistema dello scrutinio di lista con rappresentanza proporzionale e ripartizione dei seggi con il metodo d’Hondt, cioè in sostanza la rappresentanza proporzionale. .
Beppe, Tonio e le donne vanno a votare: l’educazione al voto per le elezioni amministrative del 1946 / Forlenza, Rosario. - In: DIMENSIONI E PROBLEMI DELLA RICERCA STORICA. - ISSN 1125-517X. - 20:1(2008), pp. 125-145. [10.7376/71772]
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