Vivere è convivere: nell’intimità familiare, nel condominio, nella scuola, nella comunità di lavoro, nella cerchia urbana, nell’intero Paese. Neppure un’immaginaria campana di vetro potrebbe sottrarre l’uomo alle variegate convivenze generate dalla quotidianità. Anzi, lo condannerebbe a coesistere con la solitudine, con la noia, con un innaturale isolamento. Nel contesto delle umane relazioni, il ruolo portante svolto dalla comunità familiare è, oggi come non mai, esposto a rivisitazioni, reinterpretazioni, ricostruzioni e lacerazioni. Schemi affettivi non più ancorati al modello tradizionale fondato sul matrimonio sono alla ricerca di spazi, forme e regole: convivenza senza matrimonio, unione di o con persone legate da persistente vincolo matrimoniale, gruppo allargato ai figli del partner provenienti da altro legame, coppie etero e coppie omo, filiazioni sottratte alla naturalità e affidate a differenti opzioni. In questo quadro in movimento, profili della più varia natura – etici, bioetici, sociali, sociologici, patrimoniali – sono chiamati a raccolta: rapporti con i figli del partner, delegabilità della funzione educativa, doveri di contribuzione, istanze di solidarietà, esigenze di assistenza morale e materiale, plurigenitorialità. Sullo sfondo, il diritto e le sue regole: l’uno e le altre docilmente silenti fintantoché il trasporto affettivo governa la relazione, l’uno e le altre fragorosamente dissotterrati nel momento dell’incomprensione e destinati a costituire l’ascia di guerra con cui (tentare di) risolvere il conflitto.
Del convivere: la società postfamiliare / Tamponi, Michele. - 2(2019), pp. 1-285.
Del convivere: la società postfamiliare
Michele Tamponi
2019
Abstract
Vivere è convivere: nell’intimità familiare, nel condominio, nella scuola, nella comunità di lavoro, nella cerchia urbana, nell’intero Paese. Neppure un’immaginaria campana di vetro potrebbe sottrarre l’uomo alle variegate convivenze generate dalla quotidianità. Anzi, lo condannerebbe a coesistere con la solitudine, con la noia, con un innaturale isolamento. Nel contesto delle umane relazioni, il ruolo portante svolto dalla comunità familiare è, oggi come non mai, esposto a rivisitazioni, reinterpretazioni, ricostruzioni e lacerazioni. Schemi affettivi non più ancorati al modello tradizionale fondato sul matrimonio sono alla ricerca di spazi, forme e regole: convivenza senza matrimonio, unione di o con persone legate da persistente vincolo matrimoniale, gruppo allargato ai figli del partner provenienti da altro legame, coppie etero e coppie omo, filiazioni sottratte alla naturalità e affidate a differenti opzioni. In questo quadro in movimento, profili della più varia natura – etici, bioetici, sociali, sociologici, patrimoniali – sono chiamati a raccolta: rapporti con i figli del partner, delegabilità della funzione educativa, doveri di contribuzione, istanze di solidarietà, esigenze di assistenza morale e materiale, plurigenitorialità. Sullo sfondo, il diritto e le sue regole: l’uno e le altre docilmente silenti fintantoché il trasporto affettivo governa la relazione, l’uno e le altre fragorosamente dissotterrati nel momento dell’incomprensione e destinati a costituire l’ascia di guerra con cui (tentare di) risolvere il conflitto.File | Dimensione | Formato | |
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