A distanza di poche settimane dal voto referendario britannico, l’analisi delle motivazioni che possono avere indotto la popolazione del Regno Unito a votare per il leave consente di formulare qualche riflessione ulteriore sugli esiti che, a livello globale, detta scelta referendaria può comportare. E’ stato da più parti sottolineato che il popolo UK (soprattutto quello delle periferie) ha abbandonato il tradizionale orientamento pragmatico che avrebbe lasciato supporre una diversa conclusione delle elezioni. Tale cambiamento, rispetto ai comportamenti attesi, va inquadrato nel mutato contesto storico-culturale in cui è stata assunta la decisione da parte di tale popolazione, imponendo di ricercarne le motivazioni tra i crescenti (e sempre più diffusi) malumori nei confronti di una classe politica lontana dalla realtà e dalle esigenze del popolo “sovrano”. Solo a seguito di tale riscontro – i cui esiti invero valgono per l’intera popolazione europea e inevitabilmente devono collegarsi anche a sentimenti di paura, determinati da episodi che potrebbero colpire ciascuno di noi – sono possibili valutazioni più specifiche inerenti le peculiarità che da sempre contraddistinguono l’atteggiamento della popolazione britannica; mi riferisco alla poca empatia (dovuta a ragioni di natura politica ed economica, ma certamente anche sociale e culturale) di quest’ultima per i Paesi del Vecchio Continente, la quale - oltre ad incidere negativamente sul processo di integrazione con gli altri paesi dell’UE - si è tradotta in un’aperta ed incontrovertibile contrarietà alla conservazione di stretti legami con l’UE.
Riflessioni sulla Brexit e prime valutazioni dei suoi esiti / Pellegrini, Mirella. - In: FEDERALISMI.IT. - ISSN 1826-3534. - 17:(2016), pp. 2-13.
Riflessioni sulla Brexit e prime valutazioni dei suoi esiti
PELLEGRINI, MIRELLA
2016
Abstract
A distanza di poche settimane dal voto referendario britannico, l’analisi delle motivazioni che possono avere indotto la popolazione del Regno Unito a votare per il leave consente di formulare qualche riflessione ulteriore sugli esiti che, a livello globale, detta scelta referendaria può comportare. E’ stato da più parti sottolineato che il popolo UK (soprattutto quello delle periferie) ha abbandonato il tradizionale orientamento pragmatico che avrebbe lasciato supporre una diversa conclusione delle elezioni. Tale cambiamento, rispetto ai comportamenti attesi, va inquadrato nel mutato contesto storico-culturale in cui è stata assunta la decisione da parte di tale popolazione, imponendo di ricercarne le motivazioni tra i crescenti (e sempre più diffusi) malumori nei confronti di una classe politica lontana dalla realtà e dalle esigenze del popolo “sovrano”. Solo a seguito di tale riscontro – i cui esiti invero valgono per l’intera popolazione europea e inevitabilmente devono collegarsi anche a sentimenti di paura, determinati da episodi che potrebbero colpire ciascuno di noi – sono possibili valutazioni più specifiche inerenti le peculiarità che da sempre contraddistinguono l’atteggiamento della popolazione britannica; mi riferisco alla poca empatia (dovuta a ragioni di natura politica ed economica, ma certamente anche sociale e culturale) di quest’ultima per i Paesi del Vecchio Continente, la quale - oltre ad incidere negativamente sul processo di integrazione con gli altri paesi dell’UE - si è tradotta in un’aperta ed incontrovertibile contrarietà alla conservazione di stretti legami con l’UE.File | Dimensione | Formato | |
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