Il lavoro concerne l’analisi della fattispecie di “corruzione tra privati”, così come introdotta all’art. 2635 cod. civ. (in sostituzione della previgente figura di “infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità”) dalla legge 6 novembre 2012, n. 190. Il contributo si apre con l’esame dei possibili modelli normativi della corruzione privata e dell’infedeltà, per poi analizzare le ragioni della modifica della figura di reato ex art. 2635 c.c., soffermandosi sui vari aspetti della riforma normativa in questione: il nuovo nomen iuris, i soggetti attivi, la condotta esecutiva, la previsione della distorsione della concorrenza nella acquisizione di beni o servizi, il regime di procedibilità, fino alla disciplina in materia della responsabilità degli enti (ai sensi del d. lg.vo n. 231/2001), con la conseguente necessità di implementare i modelli organizzativi nell'ottica della prevenzione della corruzione privata. Il lavoro si chiude con l’esame delle prospettive de iure condendo in tema di incriminazione della corruzione privata, per avvicinare ancor di più la fattispecie italiana al modello di incriminazione di matrice comunitaria e internazionale, secondo lo schema di tutela della concorrenza; si suggerisce così una figura criminosa con evento di «distorsione della concorrenza nella acquisizione di beni o servizi», in modo da delineare un reato aderente ai dettami della tassatività e determinatezza.
La corruzione privata societaria / Bellacosa, Maurizio. - (2014), pp. 11-69.
La corruzione privata societaria
BELLACOSA, MAURIZIO
2014
Abstract
Il lavoro concerne l’analisi della fattispecie di “corruzione tra privati”, così come introdotta all’art. 2635 cod. civ. (in sostituzione della previgente figura di “infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità”) dalla legge 6 novembre 2012, n. 190. Il contributo si apre con l’esame dei possibili modelli normativi della corruzione privata e dell’infedeltà, per poi analizzare le ragioni della modifica della figura di reato ex art. 2635 c.c., soffermandosi sui vari aspetti della riforma normativa in questione: il nuovo nomen iuris, i soggetti attivi, la condotta esecutiva, la previsione della distorsione della concorrenza nella acquisizione di beni o servizi, il regime di procedibilità, fino alla disciplina in materia della responsabilità degli enti (ai sensi del d. lg.vo n. 231/2001), con la conseguente necessità di implementare i modelli organizzativi nell'ottica della prevenzione della corruzione privata. Il lavoro si chiude con l’esame delle prospettive de iure condendo in tema di incriminazione della corruzione privata, per avvicinare ancor di più la fattispecie italiana al modello di incriminazione di matrice comunitaria e internazionale, secondo lo schema di tutela della concorrenza; si suggerisce così una figura criminosa con evento di «distorsione della concorrenza nella acquisizione di beni o servizi», in modo da delineare un reato aderente ai dettami della tassatività e determinatezza.File | Dimensione | Formato | |
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