Per un rilancio dell’industria nell’Unione Europea e in Italia, nonostante l’attenzione sia aumentata di recente, molto resta da fare. A livello europeo, il Trattato in vigore contiene un’apposita base giuridica che, all’origine delle Comunità europee non esisteva; nonostante ciò, l’influenza sulla politica industriale degli Stati membri è sempre stata significativa e si è manifestata attraverso altre politiche europee settoriali. In particolare, sono valse allo scopo: le iniziative rilevanti della cosiddetta ‘armonizzazione’ delle legislazioni nazionali attuata nel quadro della realizzazione del mercato interno unico; l’applicazione delle duttili deroghe ai divieti sanciti dalla politica a tutela della libera concorrenza; la gestione e l’erogazione dei finanziamenti per la ricerca e l’innovazione, dei ‘fondi strutturali’ e dei fondi destinati alle reti di collegamento trans-europeo; nonché, le azioni di promozione di alcuni interessi generali, quali la salvaguardia dell’ambiente e le protezioni sociali. A livello nazionale, appare indispensabile: porre fine alle persistenti violazioni del diritto dell’UE da parte dell’Italia, che ne minano la credibilità nelle sedi europee; utilizzare in modo più efficiente i fondi europei, sfruttando meglio le opportunità offerte dalla ‘investment clause’, prevista nel quadro della vigilanza macroeconomica; promuovere una riforma del bilancio UE che lo renda più versatile rispetto alla possibilità di investimenti pubblici; osservare le regole fiscali concordate a livello europeo; eseguire le raccomandazioni della Commissione sulle riforme strutturali.
Titolo: | L’Unione Europea: un cantiere aperto |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2014 |
Abstract: | Per un rilancio dell’industria nell’Unione Europea e in Italia, nonostante l’attenzione sia aumentata di recente, molto resta da fare. A livello europeo, il Trattato in vigore contiene un’apposita base giuridica che, all’origine delle Comunità europee non esisteva; nonostante ciò, l’influenza sulla politica industriale degli Stati membri è sempre stata significativa e si è manifestata attraverso altre politiche europee settoriali. In particolare, sono valse allo scopo: le iniziative rilevanti della cosiddetta ‘armonizzazione’ delle legislazioni nazionali attuata nel quadro della realizzazione del mercato interno unico; l’applicazione delle duttili deroghe ai divieti sanciti dalla politica a tutela della libera concorrenza; la gestione e l’erogazione dei finanziamenti per la ricerca e l’innovazione, dei ‘fondi strutturali’ e dei fondi destinati alle reti di collegamento trans-europeo; nonché, le azioni di promozione di alcuni interessi generali, quali la salvaguardia dell’ambiente e le protezioni sociali. A livello nazionale, appare indispensabile: porre fine alle persistenti violazioni del diritto dell’UE da parte dell’Italia, che ne minano la credibilità nelle sedi europee; utilizzare in modo più efficiente i fondi europei, sfruttando meglio le opportunità offerte dalla ‘investment clause’, prevista nel quadro della vigilanza macroeconomica; promuovere una riforma del bilancio UE che lo renda più versatile rispetto alla possibilità di investimenti pubblici; osservare le regole fiscali concordate a livello europeo; eseguire le raccomandazioni della Commissione sulle riforme strutturali. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11385/141001 |
Appare nelle tipologie: | 02.1 - Capitolo o saggio su monografia (Monograph’s Chapter/Essay) |
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