Tra i profili che meritano di essere ricordati in occasione dei 25 anni di attività del Garante risalta il senso per la contemporaneità che l’Autorità ha mostrato, ovvero la sua capacità di raccogliere le sfide del proprio tempo, mantenendo ben fermo lo sguardo verso i valori etici e politici che sono al cuore della democrazia liberale. Nelle diverse stagioni, il Garante ha giocato un ruolo importante per accompagnare la transizione della società italiana verso l’età digitale, non solo prescrivendo, qualificando e sanzionando condotte, ma segnalando buone pratiche e promuovendo l’acquisizione di una piena consapevolezza di diritti e doveri in materia di utilizzo dei dati. Quel senso della contemporaneità che ben può riconoscersi nei primi 25 anni dell’operato dell’Autorità trova svariate esemplificazioni nel pe-riodo successivo al D.Lgs 196/2003. Negli anni successivi all’entrata in vigore del GDPR, il Garante ha mostrato una spiccata sensibilità nei confronti dell’intreccio tra intelligenza umana e intelligenza artificiale. Nei provvedimenti, nei pareri, nelle campagne di sensibilizzazione promosse in questi ultimi anni, vi è da parte del Garante la chiara con-sapevolezza di operare nella fase iniziale di una nuova età dell’intelligenza umana, in cui le funzioni cognitive e decisionali sono sempre più rese possibili dall’intreccio tra umano e digitale. E così, muovendosi nel quadro disegnato dal GDPR e con lo sguardo rivolto al-la bozza di Regolamento europeo in materia di intelligenza artificiale, il Garante sembra già aprirsi al nuovo orizzonte del Metaverso.
- Dalla protezione dei dati alla persona aumentata. i 25 anni del Garante Privacy e il senso della contemporaneità / Punzi, Antonio. - (In corso di stampa), pp. 1-13.
- Dalla protezione dei dati alla persona aumentata. i 25 anni del Garante Privacy e il senso della contemporaneità
Punzi
In corso di stampa
Abstract
Tra i profili che meritano di essere ricordati in occasione dei 25 anni di attività del Garante risalta il senso per la contemporaneità che l’Autorità ha mostrato, ovvero la sua capacità di raccogliere le sfide del proprio tempo, mantenendo ben fermo lo sguardo verso i valori etici e politici che sono al cuore della democrazia liberale. Nelle diverse stagioni, il Garante ha giocato un ruolo importante per accompagnare la transizione della società italiana verso l’età digitale, non solo prescrivendo, qualificando e sanzionando condotte, ma segnalando buone pratiche e promuovendo l’acquisizione di una piena consapevolezza di diritti e doveri in materia di utilizzo dei dati. Quel senso della contemporaneità che ben può riconoscersi nei primi 25 anni dell’operato dell’Autorità trova svariate esemplificazioni nel pe-riodo successivo al D.Lgs 196/2003. Negli anni successivi all’entrata in vigore del GDPR, il Garante ha mostrato una spiccata sensibilità nei confronti dell’intreccio tra intelligenza umana e intelligenza artificiale. Nei provvedimenti, nei pareri, nelle campagne di sensibilizzazione promosse in questi ultimi anni, vi è da parte del Garante la chiara con-sapevolezza di operare nella fase iniziale di una nuova età dell’intelligenza umana, in cui le funzioni cognitive e decisionali sono sempre più rese possibili dall’intreccio tra umano e digitale. E così, muovendosi nel quadro disegnato dal GDPR e con lo sguardo rivolto al-la bozza di Regolamento europeo in materia di intelligenza artificiale, il Garante sembra già aprirsi al nuovo orizzonte del Metaverso.File | Dimensione | Formato | |
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