As for Criminal Law concerning individuals, tensions affect the principle of legality also in the matter of corporate criminal liability, due to interpretations aimed at expanding the catalogue of predicate offences beyond the boundaries defined by the legislator. The problem is addressed from the environmental criminal law perspective, as up until now, this field has represented the first and main testing ground for the principle of legality in the "231 system". Starting from the Ilva case, this contribution goes back over the controversial relationship between environmental crimes and the crime of association, highlighting how art. 24-ter of the decree – also in the light of certain developments related to transnational organized crime – risks turning into a passe-partout provision, with consequences on the actual possibility of building the compliance program and on the corporate “culpability” itself. The relevance of the crime of association in this matter is confirmed by the introduction of the environmental aggravating circumstance for crimes of association in the new title VI-bis of the Criminal Code (Art. 452-octies c.p.). Such introduction calls for further reflections, as the provision shows aspects of irrationality related to sanctions for the collective entities.

Al pari di quanto accade per il diritto penale individuale, anche nel sistema di responsabilità degli enti il principio di legalità è sottoposto a tensioni, originate da opzioni ermeneutiche volte a espandere il catalogo dei reati presupposto oltre il perimetro tracciato dal legislatore. Il tema è declinato dall’angolo visuale del diritto penale ambientale che, sinora, ha rappresentato il primo e principale banco di prova per la tenuta del principio in “ambito 231”. Prendendo le mosse dal caso Ilva, il contributo ripercorre il controverso rapporto tra reati ambientali e fattispecie associativa, evidenziando come l’art. 24-ter del decreto – anche alla luce di taluni sviluppi in tema di associazione per delinquere transnazionale – rischi di trasformarsi in una disposizione passe-partout, con ricadute sulla effettiva possibilità di predisporre il compliance program e sulla stessa “colpevolezza” del soggetto collettivo. A conferma della rilevanza del paradigma associativo in questa materia, da ultimo sollecita alcune riflessioni l’introduzione, nel nuovo titolo VI-bis del codice penale, dell’aggravante ambientale per le fattispecie associative (art. 452-octies c.p.), la quale presenta, sul terreno dei soggetti collettivi, profili di irrazionalità sul piano sanzionatorio.

Responsabilità degli enti e reati ambientali al banco di prova del principio di legalità. Il caso delle fattispecie associative / Sabia, Rossella. - In: DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO. - ISSN 2240-7618. - 1(2018), pp. 305-319.

Responsabilità degli enti e reati ambientali al banco di prova del principio di legalità. Il caso delle fattispecie associative

Sabia, Rossella
2018

Abstract

As for Criminal Law concerning individuals, tensions affect the principle of legality also in the matter of corporate criminal liability, due to interpretations aimed at expanding the catalogue of predicate offences beyond the boundaries defined by the legislator. The problem is addressed from the environmental criminal law perspective, as up until now, this field has represented the first and main testing ground for the principle of legality in the "231 system". Starting from the Ilva case, this contribution goes back over the controversial relationship between environmental crimes and the crime of association, highlighting how art. 24-ter of the decree – also in the light of certain developments related to transnational organized crime – risks turning into a passe-partout provision, with consequences on the actual possibility of building the compliance program and on the corporate “culpability” itself. The relevance of the crime of association in this matter is confirmed by the introduction of the environmental aggravating circumstance for crimes of association in the new title VI-bis of the Criminal Code (Art. 452-octies c.p.). Such introduction calls for further reflections, as the provision shows aspects of irrationality related to sanctions for the collective entities.
2018
Responsabilità da reato degli enti, Principio di legalità, Reati ambientali, Reati associativi, Colpa di organizzazione, Corporate Criminal Liability, Principle of Legality, Environmental Crimes, Crimes of Association, Corporate Culpability
Al pari di quanto accade per il diritto penale individuale, anche nel sistema di responsabilità degli enti il principio di legalità è sottoposto a tensioni, originate da opzioni ermeneutiche volte a espandere il catalogo dei reati presupposto oltre il perimetro tracciato dal legislatore. Il tema è declinato dall’angolo visuale del diritto penale ambientale che, sinora, ha rappresentato il primo e principale banco di prova per la tenuta del principio in “ambito 231”. Prendendo le mosse dal caso Ilva, il contributo ripercorre il controverso rapporto tra reati ambientali e fattispecie associativa, evidenziando come l’art. 24-ter del decreto – anche alla luce di taluni sviluppi in tema di associazione per delinquere transnazionale – rischi di trasformarsi in una disposizione passe-partout, con ricadute sulla effettiva possibilità di predisporre il compliance program e sulla stessa “colpevolezza” del soggetto collettivo. A conferma della rilevanza del paradigma associativo in questa materia, da ultimo sollecita alcune riflessioni l’introduzione, nel nuovo titolo VI-bis del codice penale, dell’aggravante ambientale per le fattispecie associative (art. 452-octies c.p.), la quale presenta, sul terreno dei soggetti collettivi, profili di irrazionalità sul piano sanzionatorio.
Responsabilità degli enti e reati ambientali al banco di prova del principio di legalità. Il caso delle fattispecie associative / Sabia, Rossella. - In: DIRITTO PENALE CONTEMPORANEO. - ISSN 2240-7618. - 1(2018), pp. 305-319.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11385/179790
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